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Transizione energetica: verità e falsi miti da riconoscere

Nel mondo delle energie rinnovabili circolano ancora molte bufale. Sole e vento non bastano, dicono alcuni. Le rinnovabili costano troppo, dicono altri. Ma tra luoghi comuni e disinformazione, la verità è che la transizione energetica è oggi non solo possibile, ma anche conveniente. È la chiave per ridurre le emissioni, rafforzare l’economia e creare nuovi posti di lavoro.

Fake news

Rinnovabili: affidabili e sempre più efficienti
È vero che il sole non splende sempre e il vento non soffia ovunque, ma l’affidabilità delle rinnovabili è ormai una certezza. Grazie ai sistemi di accumulo e alle reti intelligenti, l’energia può essere prodotta, conservata e distribuita quando serve. Le tecnologie attuali rendono solare ed eolico protagonisti affidabili del mix energetico.

Costi in calo, benefici in crescita
Produrre energia pulita non è più un lusso: oggi costa fino a tre volte meno rispetto alle fonti fossili. Impianti più efficienti e manutenzioni ridotte rendono le rinnovabili una scelta vantaggiosa anche sul piano economico. Per famiglie, imprese e amministrazioni è ormai la strada più conveniente.

Materie prime: risorse sufficienti e soluzioni innovative
Non è vero che manchino i materiali per la transizione. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, riserve, riciclo e ricerca su materiali alternativi garantiranno risorse a sufficienza per decenni. La sfida non è la quantità, ma una gestione sostenibile e circolare.

Falsi miti

Competitività e lavoro: l’Europa non resta indietroGli investimenti globali in energie pulite hanno superato quelli nei combustibili fossili: 1.700 miliardi di dollari nel 2024 contro poco più di 1.000 miliardi per il carbone e il petrolio. La transizione non frena la crescita: la spinge. In Italia potrebbe creare fino a 470.000 nuovi posti di lavoro entro il 2030.L’Unione Europea dà l’esempioL’UE è responsabile del 7% delle emissioni globali, ma è l’unica grande economia ad aver ridotto le proprie emissioni del 27% rispetto al 1990. Con l’obiettivo di tagliare del 55% le emissioni entro il 2030 e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, l’Europa punta a dimostrare che sviluppo e sostenibilità possono andare di pari passo.Obiettivi climatici: realismo, non utopiaNel 2024, la temperatura media globale è aumentata di +1,48°C rispetto all’era preindustriale, sfiorando la soglia critica di +1,5°C fissata dall’Accordo di Parigi. In questo scenario, gli obiettivi dell’UE non sono un eccesso di zelo, ma una necessità: ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 è l’unico modo per contenere i danni del riscaldamento globale.Neutralità tecnologica? Serve una direzione chiaraL’idea di lasciare piena libertà agli operatori può sembrare equilibrata, ma rischia di rallentare l’innovazione. Per centrare gli obiettivi climatici servono segnali chiari su quali tecnologie sviluppare e in quali direzioni investire.Puntare oggi su soluzioni già mature in ambito rinnovabile significa ridurre subito le emissioni e accelerare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.

Conclusioni

La transizione energetica non è solo una risposta al cambiamento climatico oppure un costo, ma un’occasione storica per costruire un’economia più giusta, innovativa e resiliente.Sfatando i falsi miti e basandoci sui dati, possiamo comprendere che il futuro dell’energia non è una minaccia, ma una straordinaria opportunità di crescita e progresso.