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Direttiva Case Green

La normativa energetica nel settore edilizio ha attraversato, negli ultimi decenni, un’evoluzione significativa, frutto della crescente consapevolezza ambientale, della crisi energetica e degli impegni internazionali per la riduzione delle emissioni di gas serra.

Normativa energetica del settore edilizio, genesi e prospettive

Il settore edilizio è responsabile del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas serra, è quindi facile intuire come l’efficientamento energetico degli edifici sia una scelta ineluttabile.La prima spinta verso una regolamentazione dell'efficienza energetica negli edifici si verifica a seguito della crisi petrolifera del 1973. La consapevolezza della dipendenza dai combustibili fossili e della vulnerabilità energetica portò i Paesi industrializzati a promuovere normative volte a ridurre i consumi energetici, soprattutto negli edifici residenziali e pubblici. In Italia, il primo riferimento normativo significativo fu la Legge n. 373 del 1976, che introdusse obblighi di isolamento termico e controlli sui consumi energetici degli edifici di nuova costruzione.

Gli anni ’90 e il primo passo europeo

Negli anni ’90, l’efficienza energetica entra nell’agenda dell’Unione Europea. Con il Trattato di Maastricht (1992), la politica energetica diventa competenza condivisa tra UE e Stati membri. È del 1993 la Legge n. 10, che in Italia rappresenta una svolta: disciplina la progettazione energetica degli edifici e stabilisce criteri per il contenimento dei consumi, integrando aspetti impiantistici, strutturali e gestionali.La direttiva EPBD e l’era della prestazione energeticaUna pietra miliare nella normativa europea è la Direttiva 2002/91/CE sulla prestazione energetica nell’edilizia (Energy Performance of Buildings Directive – EPBD), recepita in Italia con il D.Lgs. 192/2005, poi aggiornato dal D.Lgs. 311/2006. Questa normativa introduce il concetto di certificazione energetica degli edifici (APE), fissa requisiti minimi di prestazione e impone controlli sugli impianti termici.La direttiva è stata poi rifusa nella 2010/31/UE, che stabilisce il concetto di “edifici a energia quasi zero” (NZEB) e promuove strategie di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. L’Italia ha recepito queste indicazioni con il Decreto interministeriale del 26 giugno 2015, che stabilisce i nuovi requisiti minimi e le linee guida per l’APE.

La spinta del Green Deal e le prospettive future

Con il Green Deal europeo (2019), la strategia dell’UE si orienta verso l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. La Commissione europea ha lanciato l’iniziativa “Renovation Wave”, con l’obiettivo di raddoppiare il tasso di ristrutturazioni entro il 2030, migliorandone la qualità e le prestazioni ambientali.Nel 2023, il Parlamento europeo ha approvato la revisione della EPBD, che prevede l'eliminazione progressiva degli edifici più energivori e l’obbligo di zero emissioni per i nuovi edifici a partire dal 2030 (2028 per quelli pubblici). Il 28 maggio 2024 è entrata in vigore la Direttiva UE 2024/1275 sul rendimento energetico degli edifici - Direttiva EPBD IV, nota anche come “Direttiva Case Green”. A norma dell'articolo 3 della nuova Direttiva, i paesi dell'UE sono tenuti a elaborare e presentare la prima bozza dei rispettivi piani entro la fine del 2025. Per sostenere i paesi dell'UE e semplificare il processo di preparazione dei rispettivi piani nazionali, il 2 giugno del 2025 la Commissione europea ha pubblicato un modello NBRP (National Building Renovation Plans) commentato e un modello di foglio di calcolo per la raccolta dei dati NBRP. Elaborati in stretta collaborazione con i paesi dell'UE, i due modelli sono concepiti per semplificare il processo di pianificazione e garantire che siano affrontati tutti gli elementi obbligatori di cui all'allegato II della Direttiva EPBD IV. Sebbene l'uso di tali strumenti sia volontario, essi offrono ai paesi dell'UE orientamenti pratici per semplificare la preparazione dei piani. I primi progetti dei paesi UE dovranno essere presentati entro il 31 dicembre 2025. Spetterà ai paesi dell'UE aggiornare i loro piani per tenere conto della valutazione della Commissione e presentare la versione definitiva entro il 31 dicembre 2026.